martedì 22 luglio 2008

Usa 2008 - Day 14: Los Angeles

Los Angeles, CA
05 luglio 2008


Dopo aver trascorso la mattinata ancora a San Diego per le ultime compere e le ultime visite, mettiamo in marcia la nostra fedele Toyota per le strade americane: la nostra prossima e ultima destinazione è Los Angeles.

Los Angeles rappresenta anche la tappa a me meno gradita di questo viaggio. Non so perchè in realtà, forse perchè ha poco di interessante da visitare anche perchè le attrazioni più menzionate nelle guide sono il Sunset Boulevard, Walk of Fame e altro del genere...comunque siamo qui e giustamente non la evitiamo vista l'importanza che comunque ha una metropoli con più di 10 milioni di abitanti!

Per arrivarci deviamo un pò dalla Interstate in modo da seguire la costa e ammirare la bellezza dell'Orange County. Sembra tutto perfetto: i vialetti con le casettine a destra e sinistra, i prati verdi verdissimi che sembrano appena stati curati da una schiera di abilissimi giardinieri. Proseguendo verso nord, questo paesaggio idilliaco lascia il posto a quello tipico della periferia di un'immensa metropoli come Los Angeles. Grazie al navigatore satellitare non ci perdiamo tra le mille strade che si tuffano nei vari quartieri e riusciamo a raggiungere quello che è considerato il centro cittadino di L.A.: El Pueblo.
In pratica è come essere tele-trasportati a Città del Messico (guarda caso sono "gemellate" tra loro...) tanto preponderante è la presenza ispanica in quest'area; per strada le conversazioni sono in lingua spagnola...con gradimento di Luca ma non mio...ma non siamo negli Stati Uniti ???????

Entrambi piuttosto delusi dalla pochezza del centro di L.A., decidiamo di muovere verso l'oceano alla ricerca di un posto dove dormire...meta Santa Monica. Anche qui, come era facile supporre non è stato facile trovare qualcosa a buon prezzo così abbiamo fatto di nuovo i "Signori" e optato per un 3* a meno di 50 metri dalla spiaggia.

Santa Monica offre una vita molto rilassante a chi la visita; passeggiate per le vie dove la tentazione di fare shopping raggiunge livelli esponenziali oppure un giro sul Pier che dalla riva si estende fino in mezzo al mare offrendo innumerevoli alternative per la cena e per il divertimento.

sabato 19 luglio 2008

Usa 2008 - Day 13: San Diego

San Diego, CA
04 luglio 2008


In realtà questa città al confine con il Messico non era una tappa prevista ma è stata decisa "in corsa" per poter visitare il suo famoso Sea World. Decidere di visitarlo nel giorno della più importante festa americana, il venerdì di Ponte per il 4 luglio...beh, una semi-pazzia!
La coda ai gates del parco è notevole nonostante gli ingressi siano parecchi ma anche qui non possiamo far altro che ammettere l'efficienza dell'organizzazione americana: la coda scorre più velocemente di quanto speravamo e dopo un'attesa accettabile siamo dentro al Sea World; pronti a prender posto nel teatro adibito al famoso spettacolo delle orche. Lo spettacolo si chiama "Shamu" e vi assicuro che non deve essere perso se si visita il Sea World e se non volete bagnarvi scegliete i posti in alto!

Il Sea World offre innumerevoli altre attrazioni che possono impegnarvi l'intera giornata...dopo circa 5 ore decidiamo di uscire e dedicare il tempo rimanente alla visita di San Diego.
La Old Town rappresenta anche un monumento nazionale in quanto conserva l'antico nucleo di edifici che hanno dato vita all'odierna San Diego. Come è facile intuire le origini vanno ricercate nel vicino Mexico e nell'Old Town vi si trovano numerose testimonianze proprio nell'architettura degli edifici e anche nelle persone che vi lavorano nei ristoranti o nei negozietti di souvenir: tutto esalta la cultura messicana.

Come dicevo cade la ricorrenza del 4 luglio; credevo di trovare delle manifestazioni celebrative più sontuose ma in realtà il tutto si è limitato a numerosi fuochi d'artificio lungo la zona costiera e alla presenza di numerosa gente nelle strade. Niente parate a stelle & striscie come forse solo le cineprese di Hollywood ci hanno abituato a vedere.

Usa 2008 - Day 12: The long drive to the coast

San Diego, CA
03 luglio 2008


Gli auguri per il compleanno di mia madre glieli ho fatti in una giornata piuttosto pesante per noi. Fare dal Grand Canyon fino a San Diego in macchina non è proprio così easy. Per farvi capire, siamo partiti circa alle 9 del mattino dall'Arizona e appena verso le 22 abbiamo visto l'Oceano che bagna la bella San Diego in California.
Dobbiamo anche ammettere che ci sono state delle soste
lungo la strada (e guai a non farle!).

L'infinita Interstate che porta al Pacifico ripercorre per un tratto la mitica "Mother Road": la Route 66. In realtà percorrerla sull'Interstate 40 non dà alcuna impressione che quella sia proprio questa famosa e importantissima strada che univa Chicago a Los Angeles. D'altronde i ritmi di oggi non permetterebbero più dei tempi di spostamento così lunghi...Comunque per assaporarne quel che ne rimane dell'antico fascino, gli americani hanno pensato bene di mantenerne un bel tratto così com'era, con il percorso originale. Per percorrere l'originale, usciamo all'altezza di Seligman in Arizona e iniziamo ad incontrare una serie di motel, negozi e quant'altro c'era ed è rimasto della vecchia strada...ovunque insegne, bandiere, scritte di ogni tipo ma con un unico tema "ROUTE 66".

Ritornati sulla I-40, puntiamo di nuovo San Diego. Sosta obbligata all'Outlet di Barstow in California dove le nostre carte di credito escono forse con un pò troppa frequenza dal portafogli...

Raggiungiamo San Diego che è già buio e trovare un motel che ci accogliesse il giorno prima del 4 luglio è stata un'impresa.
Stanchi e con le gambe distrutte dalla lunga guida, ci concediamo una patetica cena fast-food prima di andare a dormire.

mercoledì 16 luglio 2008

Usa 2008 - Day 10 - Day 11: Grand Canyon

Grand Canyon Village, AZ
01 luglio 2008 - 02 luglio 2008


Siamo ormai arrivati al giro di boa dei nostri 20 giorni americani e ci prepariamo a lasciare la Monument Valley in direzione del Grand Canyon. Sarà anche il nostro ultimo parco e diciamo pure "chiusura alla grande" con una delle meraviglie naturali più incredibili al Mondo.

Entriamo da est e il primo impatto è quello regalatoci da Desert View. Tutti conoscono cos'è il Grand Canyon e più o meno tutti ne esaltano la sua imponenza, la sua incredibile conformazione. Il mio primo colpo d'occhio mi ha lasciato senza commenti...forse ho solo pensato "non può esistere una roba del genere, non può un fiume fare tutto questo!"...mi sembrava quasi finto, artificiale.

In realtà penso sia proprio questa sensazione di "impossibilità" che lo rende unico, forse la più bella rappresentazione della forza della natura.
Passato un pò di tempo si riesce ad ammirarlo con più criterio e a notare "l'età del Canyon". Infatti proprio osservando, dall'alto verso il basso, si distinguono le diverse colorazioni delle rocce: ognuna rappresenta una fase della formazione del Canyon.

Quando l'occhio è un pò più allenato a tutte quelle curve modellate dall'acqua, si riesce a vedere tra un'ansa e l'altra il genio creatore, l'artista di questo incredibile quadro: il Colorado River !

Da Desert View proseguiamo in direzione del Grand Canyon Village, punto nevralgico di questo parco. Una volta raggiunti i punti panoramici centrali situati lungo tutto il rim, proviamo a pensare se l'indomani è il caso o no di avventurarci giù per il Bright Angel Trail fino a Plateau Point. Percorrere il sentiero merita da solo la fatica ma ci rendiamo conto che è sicuramente più impegnativo di quanto ora siamo in grado di fare...mamma mia come siamo rammolliti!
Se non ricordo male il tragitto A/R è di 11 km che in una giornata sono assolutamente fattibili ma è l'ultimo tratto da fare in salita con notevole dislivello che ci blocca e ci fa rinunciare.

Dopo esserci sistemati nel nostro Lodge, ci gustiamo il tramonto da bordo del Canyon nella zona dove si concentra la maggior parte della vita nel Parco e come spesso accade in questo tipo di posti, alle 10 di sera le persone che si trovano in giro sono veramente poche...buonanotte.

Rinunciando saggiamente alla discesa, dedichiamo la giornata seguente alla visita degli altri punti panoramici del Canyon, questa volta verso ovest.
L'organizzazione del Canyon offre un servizio di navetta-shuttle gratuito che ferma ad ogni punto panoramico in modo da dare al visitatore assoluta libertà di scendere e risalire ovunque si voglia. La zona ovest è da molti considerata la più bella per quanto riguarda i punti d'osservazione ed è proprio per questo che rimaniamo ancora più basiti nell'apprendere che più di metà percorso è chiuso per dei rifacimenti...uno non si abitua mai alla sfortuna!
Perlomeno Hopi Point è ancora visitabile ed è qui che decidiamo di tornare alla sera per ammirare il nostro ultimo tramonto sul Grand Canyon...dev'essere sicuramente il punto migliore per scattare qualche bella foto visto l'assalto di fotografi più o meno professionali che troviamo...guadagnare una buona posizione è non poco impegnativo !

In conclusione , il Grand Canyon penso possa essere considerato di diritto una tra le più belle espressioni della natura. Però mi sento di dire che per viverlo davvero si deve programmare una discesa di uno dei vari sentieri che propone; solo così se ne capisce appieno la sua unicità e la sua maestosità. Visitarlo dal bordo, come abbiamo fatto noi, è limitante e rischia di farvi dire "è tutto uguale", al terzo punto panoramico senti la necessità di scendere giù.
Il mio modesto consiglio: programmate assolutamente una discesa, allenatevi per farla se necessario e dedicateci almeno un'intera giornata del vostro soggiorno qui. Se invece non volete/potete discenderlo, allora passateci una sola notte in modo da godere del tramonto che è davvero stupefacente. Visitate qualche punto panoramico principale in modo da immortalare il Canyon da est, centro e ovest e poi investite il tempo in qualcos'altro lungo la vostra strada...tanto l'America ha così tante cose da vedere che non avrete difficoltà nella scelta!

martedì 15 luglio 2008

Usa 2008 - Day 9: sulle tracce di John Ford...

Monument Valley, UT
30 giugno 2008


Una delle prime cose che uno pensa quando si appresta a visitare la Monument è "ma come si fa a visitarla ???".
In realtà è molto più semplice di quello che possa sembrare in quanto il percorso è quasi obbligato se si decide di fare il tutto autonomamente. La strada sterrata da seguire è in condizioni discreto/buone...sempre che non piova...quindi non ci sono problemi a percorrerla anche con una berlina come la nostra.
Aiutandoci con la solita cartina che gli indiani Navajo ci consegnano all'entrata, si possono ammirare gli enormi e caratteristici buttes o mesas che sicuramente tutti ricordiamo nei film di John Ford, ben 9 girati nella Monument Valley !
La fortuna di avere un cielo limpido crea un deciso contrasto tra l'azzurro e il rosso fuoco delle rocce. Il percorso è un pò affollato di vetture ma con pazienza si riesce a fare qualche bella foto panoramica senza spiacevoli intrusioni...

Per chi volesse avvicinarsi di più ai buttes, si possono effettuare i giri con le jeep degli indiani e percorrere con loro le strade che altrimenti sono "private roads"...ritorna il gran senso per gli affari degli indiani.

Nel tardo pomeriggio non ci resta altro che attendere il tramonto in questo posto fantastico, ma prima dobbiamo lasciare il Goulding's Lodge per spostarci nel vicino Campground...che obiettivamente non è la stessa cosa !

...e domani è la giornata del Grand Canyon...

venerdì 11 luglio 2008

Usa 2008 - Day 8: giornata piuttosto intensa !

Monument Valley, UT
29 giugno 2008


Di prima mattina, pianificando la giornata mi sono accorto di una cosa poco piacevole: stasera dovevamo dormire nella Monument Valley ma in realtà avevo prenotato dal giorno seguente !!! Penso che poche persone si siano auto-insultate come ho fatto io...vabbè poi Luca mi ha tranquillizzato dicendo che comunque siamo persone che si adattano senza problemi e che avremmo risolto la cosa senza nessun dramma particolare.
Più tranquillo ma comunque un pò nervoso per questo errore, lasciamo il motel di Page per andare a visitare il vicino Antelope Canyon: credo sia uno dei posti più fotografati negli States in quanto il filtrare della luce tra le strette rocce crea degli effetti unici, incredibili. Come un pò abbiamo capito, la fortuna non è proprio nostra alleata in questo viaggio. Il primo tour disponibile parte alle 15, cioè praticamente ora limite per avere un pò di luce all'interno del Canyon.
Vedendo partire il tour delle 13, circa una cinquantina di persone su 4 jeep, immaginiamo anche che fare una fotografia degna di nota senza avere qualcuno intrufolatosi nella foto sia una cosa molto ardua o quasi impossibile.
Bisogna dire che gli Indiani che gestiscono l'Antelope Canyon hanno un gran senso degli affari approfittando un pò dei visitatori che devono per forza accettare questo assalto di gente.

Nelle ore che abbiamo prima del nostro turno, ritorniamo poche miglia indietro per andare a vedere l'Horseshoe Bend. Vero e proprio "ferro di cavallo" disegnato nei secoli dal Colorado River; questa ansa del Colorado è impressionante quanto entusiasmante da vedere in quanto si arriva letteralmente sul ciglio del Canyon a un centinaio di metri a strapiombo sul fiume...ancora una volta la Natura ci fa capire quanto piccoli siamo e quali bellezze ci possa regalare. A dir poco imperdibile, si resta senza parole.

Con gli occhi ancora fissi su quello che abbiamo avuto la fortuna di vedere, corriamo di nuovo al punto di partenza del tour per l'Antelope Canyon. Il percorso in jeep è piuttosto divertente considerando le infinite e insensate risate delle giapponesi ogni volta in cui la jeep sballonzola sulla strada sabbiosa...
L'Antelope si rivela come ce lo aspettavamo: un posto dalle potenzialità incredibili ma un pò troppo crowded, per dirlo all'americana. Dopo una mezzora il giro è finito e ce ne torniamo sulle jeep, portandoci qualche bella foto e delle nuove insensate risate dal Sol Levante.

Ora non ci restava altro che raggiungere la Monument Valley e sperare di sistemare il discorso "stanza" nel migliore dei modi...superata Kayenta, con Luca alla guida, il mio sguardo si alternava a guardare i motel sulla strada e i primi butte della Monument. Decidiamo comunque di provare presso il Campground dove abbiamo prenotato una notte e, come immaginavamo, non hanno posto! Ci consigliano di provare presso l'annessa propagine del Campgroung che offre camere ben più quotate e con vista diretta sulla Monument Valley...ci ha dormito pure John Wayne quando interpretava i film di John Ford..figuriamoci...

Entro nella Reception e un pò timoroso chiedo se hanno camere e soprattutto i rates ...posto ce n'è e la cifra è 201 dollars tax included ...esco e riferisco a Luca, lui è un pò titubante...poi gli dico "Luca, ci ha dormito John Wayne e vuoi che non ci dormiamo noi ?!?"...l'ho convinto, anche se come prima risposta mi fa: "E chi cavolo è John Wayne?". Nooooooooo !!!!!!!!

"Ehi, n'è valsa la pena Gringo?"

"Il tramonto sulla Monument Valley in un Lodge a 5 stelle? ...Sì Gringo, ci è costato caro quel pugno di dollari ma n'è valsa la pena!"

Per chi fosse interessato il Lodge è il Goulding's Lodge, da non confondersi con l'annesso Goulding's Campground. Se ci andate, almeno una notte passatela al Lodge, non ve ne pentirete.

G'Night

Usa 2008 - Day 7: ...ce la siamo presa comoda !

Page, AZ
28 giugno 2008


Eh sì, ce la siamo proprio presa comoda !
Penso che possiamo davvero dire che la notte a Las Vegas è stata la prima in cui abbiamo fatto veramente tardi, penso erano le 3:30 del mattino...d'altronde a
San Francisco era in atto la glaciazione e i parchi sono tutto fuorchè posti dove permettano di tirar tardi !

La nostra idea era quella di raggiungere lo Zion NP nello Utah e poi di trovar da dormire a Page sul Lake Powell. Lasciamo Las Vegas poco prima di pranzo e pigiamo un pochino sull'accelleratore della nostra fedelissima Toyota per raggiungere nel primo pomeriggio il Parco. Come gli altri, anche questo di Zion è organizzato molto bene e il National Park Service americano è impeccabile: cartina alla mano ci dirigiamo verso il punto di partenza del bus-navetta che fa il giro del parco con numerose fermate dove chi vuole può scendere e approffittare di qualche sentiero o di qualche punto panoramico per esplorare questa bellezza naturalistica. Purtroppo vista l'ora un pò tarda (*) non siamo riusciti ad addentrarci per bene dentro il sentiero piu' famoso: "The Narrow" che letteralmente significa "strettoia". Infatti in questo punto il canyon si stringe talmente tanto che occorre percorrerne qualche tratto immersi nel torrente o facendo un pò di hiking.


(*) Non male dire che l'ora era tarda, no ? In realtà il pezzo per arrivare all'inizio del "The Narrow" ci aveva già stancato a sufficienza...

Era tardi davvero e infatti siamo arrivati a Page in Arizona alle 22 passate e cercare un motel che avesse posto e qualcosa di quasi commestibile da buttar giù non è stata cosa semplicissima...

Qui ho ritrovato anche un pò di supporto tecnologico per postare qualcosa sul blog...

giovedì 10 luglio 2008

Usa 2008 - Day 6: ...Death Valley & Las Vegas

Las Vegas, NV
27 giugno 2008


Sembra quasi assurdo che si possa passare dal completo nulla della Death Valley a Las Vegas, dove tutto è stato costruito dal nulla del deserto. Eppure anche questo è possib
ile in America !

La Valle della Morte è quasi spettrale; pian piano che ci si addentra al suo interno sembra di attraversare un paesaggio non terrestre, dove veramente la vita sembra impossibile. Abbiamo provato ad aprire i finestrini della nostra Toyota Camry e anche in movimento l'aria era infuocata, insopportabilmente calda. Per arrivare ai punti panoramici di questo parco ci siamo avventurati in qualche brevissima camminata e il calore era così intenso che sembrava di avere il fuoco in faccia: un'altra cosa stranissima è che comunque non si butta una goccia di sudore, zero!


Personalmente sono rimasto incredibilmente affascinato dalla Death Valley e al momento la considero la parte più bella del viaggio. I punti panoramici non sono pochi e anche se richiedono un pò di resistenza al fuoco che soffia nella valle, sono imperdibili: Sand Dunes, Zabriskie Point, Dantes View, Artist's Palette, il Lodge di Furnace Creek e Badwater dove si arriva ad essere 86 metri sotto il livello del mare e vi assicuro che faceva "leggermente" caldo...


Lasciando questo parco meraviglioso si ritorna sui classici percorsi delle Highway americane: cioè voi, la vostra auto e la strada infinitamente dritta che divide distese immense senza incontrare anima viva per molti km... ... sembra davvero infinita fino a quando ecco apparire dal nulla la Torre dello Stratosphere Hotel: primo "sintomo" di Las Vegas !!!



Ci arriviamo che è ancora giorno, stanchi e spossati dall'inferno della Valle della Morte; senza troppa fatica raggiungiamo l'MGM Hotel, reggia dorata scelta per la nostra unica notte che passeremo qui.
Appena recuperati i sensi decidiamo di scendere e percorrere, come un po' tutti, la famosissima "Strip" (alias Las Vegas Boulevard). Inutile dire che la gran parte del Boulevard lo si percorre con il naso all'insù per ammirare questo incredibile teatro messo in piedi nel bel mezzo del deserto del Nevada. Qui tutto è portato all'eccesso ed ogni hotel che si incontra sembra essere il più bello di tutti quelli precedenti, ma tanto poi arriva il successivo e si rivela migliore...su tutti la vince decisamente il Bellagio, quello famoso del film Ocean's Eleven e seguenti. La particolarità di questo hotel-Casinò è che la fontana posta nel lago antistante regala ad intervalli di tempo degli spettacoli d'acqua a ritmo di famose canzoni...da non perdere quella sotto le note di Con te partirò di Andrea Bocelli. Altro hotel degno di nota è sicuramente il Venetian, gradito omaggio all'Italia.

La cosa particolare di Las Vegas è che ovunque ci sono delle slot-machines per gli amanti del gioco d'azzardo. E non ho scritto "ovunque" a caso...per la cronaca, le mie misere puntate al Casinò Bellagio sono servite a finanziare le coreografie della loro fantastica piscina... ...non ho vinto nulla !

C'è chi la chiama La città dalle mille luci, chi Sin City, altri La città di cartone: Las Vegas è un pò tutto questo e molto altro e con i suoi aspetti positivi e negativi continua ad attirare e ad affascinare milioni di persone proprio perchè a Las Vegas tutto è possibile, magari per un giorno, magari per qualche ora ma qui tutti dicono: What happens in Vegas, stays in Vegas ...

Enjoy

Usa 2008 - Day 5: Bye-bye Yosemite...Welcome to Bodie, CA

Yosemite NP, CA
26 giugno 2008


Purtroppo salutare il parco non è stato facile. Ce lo siamo potuto godere poco e male, vuoi per le nostre indecorose capacità fisiche, vuoi per gli incendi. Questo però è un parco che ti entra nel cuore perchè ti fa capire quanto sia potente la natura; basta buttare un'occhio all'Half Dome, il monolite più grande al Mondo, per comprendere quanto forte sia la presenza della natura. Chi lo gestisce ha fatto e fa di tutto per conservarlo come è apparso la prima volta e ogni intervento umano è stato fatto in maniera da infliggere il danno minore e in modo da valorizzarne al massimo le sue bellezze.
Si potrebbero scrivere pagine e pagine per descrivere le mille opportunità esplorative che offre lo Yosemite National Park, io mi limito a dire che è un parco da visitare assolutamente per chiunque si trovi in California o comunque nelle sue vicinanze...ogni miglia percorsa per raggiungerlo verrà lautamente ricompensata da Madre Natura.



Bene, il nostro viaggio continua e diventa sempre più on-the-road. Usciamo dalla Yosemite Valley prendendo la strada panoramica che ci porta fino al Tioga Pass, uscita est del parco. Sono circa 2 ore di strade panoramiche che si insinuano tra paesaggi vari, dove si alternano laghetti e le bellissime distese di Touloume Meadows. Poco dopo le 13 attraversiamo il Tioga Pass e puntiamo la città abbandonata di Bodie, sempre in California.



Qui il caro Falco merita un'ennesimo ringraziamento perchè mi ha fatto scoprire questa cittadina che in realtà non è proprio tanto sponsorizzata turisticamente e per arrivarci si deve imboccare una strada non asfaltata. Bodie è un posto magico, magico davvero! Girare tra le vie polverose di questa ghost town ti fa sentire nel vecchio West, ai tempi della corsa all'oro, dei saloon e dei regolamenti di conti sulla via principale, davanti a gl'occhi di chi scommetteva sulla vita e la morte dei due contendenti.


Troppo bella, troppo bella Bodie !



martedì 8 luglio 2008

Usa 2008 - Day 4: ...a caccia di orsi !

Yosemite NP, CA
25 giugno 2008


Il caldo torrido che ci ha accompagnato da San Francisco a Yosemite ci ha fatto ben sperare per il clima all'interno del parco...con le bellezze naturali che regala, un clima favorevole non può che essere l'ideale per valorizzarle al meglio...pochi Km dall'ingresso del parco ecco il cartello "Take care - Fires ahead - Firefighters at work". La coltre di fumo che circondava l'ingresso a Yosemite non ci auspicava nulla di buono. Una volta arrivati al nostro Lodge, il Curry Village, siamo stati avvisati che sono ben 5 gli incendi scoppiati nel parco e nelle sue vicinanze e che il fumo non sarebbe scomparso in poco tempo.


Dopo la nebbia di San Francisco ci mancava solamente il fuoco di Yosemite. Anche qui dopo i primi momenti di maledizione alla sfortuna ci siamo "rimboccati le maniche" e preparati a passare la prima delle 2 notti nella Tend Cabin prenotata al Curry Village.

La cosa particolare di questo Lodge è che forniscono una cassetta in ferro fuori dalla tenda dove riporre ogni cosa perchè non è possibile tenersi nella tenda alcun tipo di genere alimentare o altro prodotto che possa lasciare un odore...gli orsi del parco sono molto curiosi (e affamati...) e di notte usano avvicinarsi alle tende...assurdo no ? Un orso che si intrufola in mezzo ad un ammasso di più di 60 tende...già assurdo...infatti la prima notte un orso ha divelto la cassetta esterna della tenda vicina alla nostra perchè chiusa male.



La mattina del 25 giugno decidiamo di raggiungere a piedi il Mirror Lake, un breve sentiero di qualche km in leggerissima salita. Con il cielo sereno il lago offre uno spettacolare riflesso delle montagne circostanti...già, con il cielo sereno !!! Ma a noi fa compagnia il fumo degli incendi quindi...beh...si e' capito !

Questa piccola escursione ci ha anche messo di fronte ad un'altra amara realtà: fisicamente siamo a terra, ci superavano anche dei pensionati...ma nonostante tutto decidiamo di fare qualche passo in più anche oltre al lago e, forse per ripagarci di questa enorme fatica, "qualcuno" ha voluto premiarci facendo apparire a poche decine di metri un bellissimo esemplare di orso nero! Chi soggiorna a Yosemite sembra avere la fobia di vedere l'orso, tutti ne hanno timore ma tutti lo vogliono vedere...solo pochi ne hanno la fortuna pero'...

Dopo aver constatato (amaramente) che le nostre condizioni fisico-atletiche sono così precarie, ci rendiamo conto che per il pomeriggio la scelta più opportuna è quella di affidarsi alla quattroruote e raggiungere il Glacier Point, uno dei punti panoramici migliori dello Yosemite. Già la strada per arrivarci vale le miglia da percorrere, ma è solo una volta raggiunta la destinazione che ci si rende conto di quanto possa offrire questo Parco californiano: il Glacier Point è posizionato in un punto dal quale si ha una vista aperta su quasi tutta la valle, in particolar modo su l'Half Dome e sulle Vernal e Nevada Falls...panorama impagabile. Io, Luca, tanta gente e gli incendi.

Ritornando al Curry Village ecco il nostro secondo ed enorme orso che, quasi sul bordo della strada, sgretola un tronco...con la speranza che non venga a bussare alla nostra tenda, archiviamo un'altra giornata americana.