giovedì 27 novembre 2008

La crisi politica in Thailandia

In questi giorni se ne sono sentite di tutti i tipi, perlopiù da chi non si informa con chiarezza prima di sparare giudizi su popolazioni, società e i loro modi di agire.
Scrivo questo articolo per difendere un Paese a me molto caro, una mia seconda casa, un Paese e delle genti come se ne trovano poche.
Prima però un quadro della situazione in Thailandia.

La crisi politica thailandese non è un qualcosa che è nato dieci giorni fa, anzi, è "vecchia" di circa 2 anni. Nel 2006 il Premier Thaksin Shinawatra era stato deposto con un golpe militare pacifico in quanto accusato di frode fiscale milionaria e corruzione. Per evitare i processi Thaksin è fuggito in Gran Bretagna.
A dicembre dello stesso anno si indicono nuove elezioni dalle quali, non senza dubbi e polemiche, risulta vincitore tale Samak Sundaravej della stessa fazione di Thaksin e considerato essere solamente un portavoce dell'ex-premier in esilio.
Con lo scopo di indurre Samak alle dimissioni, ad agosto 2008 iniziano le prime manifestazioni anti-governative promosse dal PAD (Alleanza del Popolo per la Democrazia), movimento filo-monarchico e sostenuto anche dalle forze militari; Samak tenta di cambiare una legge che eviterebbe le condanne a Thaksin e in seguito a questo i manifestanti arrivano al punto di occupare il Parlamento e gli aeroporti di maggior interesse internazionale.
Nonostante tutto, il Governo non si dimette e non può placare i manifestanti con la forza in quanto non ha l'appoggio dell'esercito...le manifestazioni crescono generando alcuni scontri tra le fazioni pro e contro Samak.
A inizio settembre la Corte Costituzionale depone Samak in quanto il Premier aveva partecipato ad un programma tv percependo un compenso, cosa vietata dalla legge thailandese. Finalmente i manifestanti si placano e ritorna un pò di normalità. Una settimana dopo viene eletto nuovo Premier Somchai Wongsawat, cognato di Thaksin.
A questo punto anche i sindacati si uniscono ai manifestanti del PAD che si sentono presi in giro dalla nomina di Somchai e minacciano sciopero ad oltranza se il Governo non si dimetterà. Al momento risultano essere occupati il Parlamento e il nuovo Suvarnabhumi International Airport di Bangkok.

Ora, guardiamo la foto allegata e leggiamo i cartelli: "Sorry, we protest - Thaksin Corruption". Sono i cartelli che hanno esposto all'aeroporto Suvarnabhumi per scusarsi con i turisti che inevitabilmente hanno sofferto degli effetti negativi del blocco dello scalo. Cioè, loro protestano per un loro sacrosanto ed importantissimo diritto e pure si scusano per i disagi ???
Ma in quale altro frangente si è mai vista una simile correttezza e rispetto verso gli altri ?
La comunità internazionale però ha dato più risalto al fatto che 4000 turisti sono bloccati in aeroporto anzichè risaltare i gravi motivi per i quali la gente protesta e perchè protesta bloccando lo scalo di Bangkok.
I rappresentanti del PAD bloccano lo scalo della capitale in quanto rappresenta il più importante Hub internazionale del Sud-Est Asiatico e l'indotto generato dal flusso di turisti in transito o con destinazione finale Thailandia è tale da rallentare fortemente l'economia di un Paese il cui PIL è generato maggiormente dal settore terziario turistico.
E' più importante che i 4000 turisti occidentali possano fare le loro beate vacanze senza alcun intoppo o forse è più importante che un Paese di quasi 65 milioni di persone possa continuare la sua crescita e il suo sviluppo economico e sociale senza lasciare le proprie risorse in pasto a governanti corrotti che pensano solo ai propri interessi ?
Invece di ammirare la determinazione di un popolo che nella sua storia non si è mai fatto colonizzare e che anche ai giorni nostri è pronto a combattere per i suoi diritti, noi preferiamo criticare e pensare ai poveri turisti bloccati in aeroporto...
...e se invece prendessimo ad esempio i thailandesi e non scendessimo anche noi in piazza per fare un pò di pulizia ? Che mi pare da noi non mancano personaggi come Thaksin...

Pho Rak Muang-Thai

sabato 11 ottobre 2008

OktoberFest 2008

Questa è stata la mia quarta presenza all’OktoberFest e sicuramente la più numerosa…quest’anno eravamo ben in 7 ad arrivare in Baviera. Il gruppo era ben assortito; oltre a me c’erano i veterani Michael, Jan, Ciccio e Lele, più Egon e Gigi alla loro “prima”.
Abbiamo scelto il fine settimana conclusivo, forse per evitare il famoso “italian’s weekend” anche se abbiamo notato che “l’italiano all’Oktoberfest” c’è sempre, in ognuno dei 3 weekend nei quali si svolge questo appuntamento annuale.
Partiti di venerdì mattina, attorno alle 15 arriviamo al consueto alberghetto in periferia di Monaco e dopo esserci sistemati ci dirigiamo subito verso la Marienplatz per prendere confidenza con l’atmosfera del centro cittadino. Nonostante il venerdì dovesse essere “di ambientamento”, esageriamo di gran lunga con il cibo tanto da uscire dalla birreria Paulaner con un conto un po’ salato…37 euro a testa…frutto di ben 9 secondi, 7 dolci, 1 goulash suppe e 21 Radler.
Sabato, giornata centrale e fulcro del nostro weekend bavarese, non tardiamo molto a sbucare dalla metropolitana: ore 11, fermata Theresenwiese, in piena OKTOBERFEST !!! Per chi come Egon e Gigi è la prima volta lo stupore non manca di certo. L’OktoberFest è una festa “grande”, è quasi impossibile vederne la fine…un continuo alternarsi di tendoni e attrazioni da Luna-Park e in mezzo tantissima gente; gente che cammina diritta, altra che cammina un po’ a “Torre di Pisa” e gente che è già arrivata al capolinea…fine della corsa !

All’OktoberFest se ne vedono di tutti i colori ma sicuramente è una festa dove se si è in buona compagnia come siamo stati noi e si conoscono i propri limiti, non si può far altro che divertirsi un sacco.

Wir sehen uns im nächsten Jahr für Oktoberfest 2009 !


(non ho idea di chi sia...ma quanto abbiamo riso quando lo abbiamo visto...)

domenica 28 settembre 2008

"The World Airline Award 2008"

Come accade ogni anno, anche per il 2008 sono stati assegnati gli “Oscar” alle compagnie aeree. Questo speciale riconoscimento viene conferito dopo un’attenta analisi e valutazione durante il consueto “World Airline Awards”.

Per chi come me vorrebbe essere sempre sopra un aereo che lo porta a spasso per il Mondo, ecco i vincitori del 2008 divisi per le categorie analizzate:

- AIRLINE OF THE YEAR: Singapore Airlines

- BEST LOW-COST AIRLINE: EasyJet

- BEST CABIN STAFF: Asiana Airlines

- BEST INFLIGHT ENTERTAINMENT: Emirates

- BEST FIRST CLASS LOUNGE: Qantas

- BEST BUSINESS CLASS LOUNGE: Virgin Atlantic

- BEST ECONOMY CLASS: Asiana Airlines

- BEST FIRST CLASS: Cathay Pacific

- BEST BUSINESS CLASS: Singapore Airlines

- BEST PREMIUM ECONOMY: Eva Air

- BEST AIRLINE – EUROPE: Lufthansa

- BEST AIRLINE – AFRICA: South African Airways

- BEST AIRLINE – N.AMERICA: Continental Airlines

- BEST AIRLINE – MIDDLE EAST: Qatar Airways

- BEST AIRLINE – AUSTRALIA: Qantas

- BEST AIRLINE – S.AMERICA: Lan

- BEST AIRLINE – ASIA: Singapore Airlines

- BEST AIRLINE – TRANSATLANTIC: British Airways

Escludendo i vincitori delle classifiche dei singoli continenti, si nota come ci sia una netta predominanza di compagnie aeree asiatiche o del Medio Oriente, indice chiaro di una costante e più mirata considerazione verso il cliente in modo da non fornire semplicemente un servizio di “volo” ma anche di dare dei valori aggiunti in termini di qualità prima, durante e dopo il volo. In questo l’Asia e il Medio Oriente hanno ancora tantissimo da insegnare a chi opera nel turismo in Europa e nelle Americhe, e non solo nel settore aereo: dando un’occhiata alle classifiche degli Hotel si nota come quelli asiatici e medio orientali la facciano da padroni.

Ecco le prime 10 posizioni della sezione “Airline of the Year 2008”:


  1. Singapore Airlines
  2. Cathay Pacific
  3. Qantas
  4. Thai Airways
  5. Asiana Airlines
  6. Malaysia Airlines
  7. Qatar Airways
  8. Air New Zealand
  9. Emirates
  10. Etihad Airways


…5 compagnie asiatiche, 2 compagnie dell’Oceania, 3 medio orientali…0 europee e 0 delle Americhe.


...fasten your seat-belt and enjoy your flight.

mercoledì 3 settembre 2008

Dal film "The Big Kahuna": monologo finale...

Penso sia uno dei migliori e più intelligenti monologhi nel cinema.

The Big Kahuna. Il monologo



Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo, usalo in tutti i modi che puoi, senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla! Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza: ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori, non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli, sono il miglior legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono, ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.

domenica 10 agosto 2008

Usa 2008 - Day 21: ...end of the journey

JFK Int'l Airport, New York City, NY
12 luglio 2008


All'inizio del viaggio sembrava così distante questo 12 luglio, la data del rientro...ma si sà, il tempo non guarda in faccia niente e nessuno e inesorabilmente eccolo qui, è arrivato! Luca come sempre entra nella sua "crisi da rientro" e questa volta lo seguo a ruota pure io. Forse solo in questo momento mi accorgo di "dove" sono e di "dove" siamo stati nei giorni passati.

L'America ci ha colpiti: ci ha meravigliati con le sue incredibili bellezza naturali e paesaggistiche ma forse ci ha stupiti ancor più per la simpatia e la disponibilità della gente. Io personalmente non credevo di trovare questo tipo di persone, forse ero un pò condizionato da tutto quanto si vede e si sente alla tv e per questo un pò diffidente. Ma quando la tocchi con mano questa famosa America, ti accorgi che la tv ti mostra solo una parte di quello che è in realtà. A volte si ha l'idea che l'America voglia imporsi su tutti e tutto, e anche se questo politicamente ed economicamente può essere in parte vero, le sensazioni che si hanno quando si è in America sono l'opposto: ha un'apertura incredibile verso lo straniero, il "non-americano". Questo la tv non te lo mostra !

Dovendo fare un bilancio puramente "di viaggio", posso dire che è andato tutto per il verso giusto, senza considerare il clima di San Francisco e gli incendi di Yosemite...sono cose (sfigate!) che possono capitare.
Senza stare a elencare di nuovo pregi e difetti dei posti visitati mi limito a fare una piccola classifica in base al mio personalissimo gradimento...una per le città e una per i parchi:

CITTA':
1. New York = uno la deve vedere almeno una volta nella vita (...era più giusto metterla fuori classifica...)
2. San Francisco = se mi dicessero "scegli una città dove vivere" non avrei dubbi...e pazienza per la nebbia!
3. San Diego = molto carina, a misura d'uomo e non le manca nulla
4. Las Vegas = di tutto e di più...è da vedere per rendersi conto che esiste davvero tutto questo
5. Los Angeles = ma è una città ? Se proprio devo metterla in classifica...delusione

PARCHI:
1. Yosemite NP = un parco dalle potenzialità enormi, infinite...bellissimo
2. Death Valley NP = non è che sia bello quanto lo Yosemite o il Grand Canyon ma per le sensazioni che mi ha dato non riesco a metterlo più giù in classifica
3. Grand Canyon NP = molti mi insulteranno per il 3° posto a quella che forse è la più imponente manifestazione della natura ma, come spiegato nel post dedicato, vederlo solo dal Rim è limitativo e lo valorizza non adeguatamente
4. Zion NP = un parco rilassante
5. Ellis Island New York NP = non è un parco vero e proprio però racconta la migrazione verso gli Stati Uniti...una fetta di storia di impatto mondiale



Bene...anzi male. Per quanto un volo sia sempre un'esperienza magnifica, quello che ci porta da New York a Milano Malpensa via Londra è anche la fine di un viaggio bellissimo, un qualcosa che vorremmo ripetere ogni anno.

Ora è tempo di mettersi in pace con se stessi e convincersi ad accettare che da domani c'è l'ufficio che ti attende.
Ma lo so, passeranno poche ore e poi già guarderò quanti giorni di ferie ho ancora a disposizione perchè anche se il ritorno è triste, è comunque sempre un trampolino per cercare una nuova partenza...dove ? Asia, America, Africa, Australia o semplicemente Europa ? ... ... questo non sarà di certo un problema, non lo sarà mai !


Day 20: Pazzia iPhone

Manhattan, New York City, NY
11 luglio 2008


La gente va via di matto per l'iPhone !
L'angolo sud-est di Central Park dove sfila la lunghissima Fifth Avenue, ospita uno dei negozi dall'architettura più strana di tutta New York: l'Apple Store. Un cubo di vetro a formare l'ingresso mentre il negozio vero e proprio si trova nel sottosuolo.

L'11 luglio è la data di uscita mondiale dell'iPhone 3G...prodotto che si attesta ad essere nuovo punto di riferimento per i telefoni cellulari anche se a chiamarlo "telefono cellulare" forse lo si offende un pò.

Quando arriviamo davanti al negozio, il serpentone che forma la coda per entrare è un qualcosa che scoraggerebbe anche i più tenaci, ma si vede che gli americani sfoggiano una dote nascosta: alcuni sono in fila dalle prime ore del giorno !
Noi ovviamente non abbiamo intenzione di acquistare questo fantastico telefono ma vogliamo solamente entrare per vedere questo famoso Store e magari acquistare un lettore musicale.
Purtroppo la Security del negozio ci dice che per tutta la giornata non se ne parla: esiste una fila unica per entrare a prescindere da cosa si voglia acquistare. Comunque ci assicura che in serata l'ingresso sarà libero in quanto la fila terminerà...d'altronde lo Store è aperto 24 ore su 24...!!!

Torniamo verso l'una di notte dopo aver passato la serata nell'East Upper Side e non ci credevo: più fila che al mattino!
P A Z Z I A !!!

Il mattino seguente siamo decisi ad entrare...a costo di far intervenire Steve Jobs, il CEO di Apple !
Per fortuna l'acume della casa di Cupertino si è rivelato ancora una volta azzeccato: dopo le prime 24 ore di "esclusività" per avere in mano il suo prodotto top, ora chi vuole altri prodotti può entrare liberamente dalla fila di sinistra...già, perchè quella di destra dedicata all'iPhone c'è ancora ed è sempre piena !!!

domenica 3 agosto 2008

Day 16 to 19: Siamo al centro del Mondo...

Manhattan, New York City, NY
07-10 luglio 2008

E’ veramente difficile scrivere qualcosa su New York.

Cioè è difficile concentrare in un semplice “post” le cose essenziali di una città come questa. Noi ci passiamo una settimana, dormendo a meno di 100 metri da Times Square e ci apprestiamo a viverla dal suo quartiere simbolo, dal cuore pulsante di questa città: Manhattan. New York però non è solo Manhattan, è anche Brooklyn, il Bronx, Queens, Staten Island. Visitarli tutti in sette giorni è chiedere un pò troppo quando per la sola Manhattan si è costretti a rinunciare a molte cose.

New York è davvero incredibile…i primi giorni per uno che ci arriva dopo due settimane negli ampi spazi dell’Ovest americano è una tortura camminare in mezzo a tutti questi grattacieli altissimi…in alcuni punti è quasi difficile vedere uno spiraglio di luce tra uno e l’altro !

A poco a poco però la città ti cattura, ti colpisce e ti affascina per le infinite risorse che offre; per assurdo uno può alzarsi al mattino e dire “stasera ho voglia di fare questo”…ecco che New York è pronta ad esaudire il tuo desiderio, c’è veramente tutto, non puoi annoiarti, impossibile! Il sistema di trasporti, ottimo, permette a chi come noi ha i giorni contati, di spostarsi piuttosto rapidamente su quasi tutto il vasto territorio di Manhattan, in modo da rendere tutti i luoghi più caratteristici facilmente raggiungibili.

Dedicate qualche giorno a visitare i musei, fra tutti il MoMa e l’Historic Museum (quello del film “Una notte al Museo” con Ben Stiller…), andate a vedere il Guggenheim che già dall’esterno sembra di essere di fronte a un’opera d’arte… Inutile elencare tutto ciò che si deve vedere prima di lasciare la Grande Mela, davvero enorme l’offerta turistica. Se si può dare un consiglio: pianificate quello che non volete perdere e dividete la città a zone in modo da ottimizzare i tempi. Dedicate ogni sera a un luogo diverso e scoprirete come ci siano delle “piccole città” all’interno della stessa Manhattan e non sto parlando delle sole e già note Little Italy e Chinatown…!

…riposatevi sui verdi prati del Central Park e magari fermatevi fin dopo il tramonto ad ascoltare i fans di John Lennon che ripropongono le sue celebri canzoni davanti allo Strawberries Field, giardino a forma di lacrima donato da Yoko Ono al Central Park proprio davanti al luogo dove l’ex-Beatle è stato assassinato nel 1980.

Visitate Brooklyn e fate caso alla tranquillità che c’è alla sera a confronto del movimento di persone di Manhattan. Eppure ci sono solo dei ponti a separarle! Dedicate il giusto tempo allo shopping perché se avete sempre desiderato qualcosa di particolare state certi che New York ce l’ha! E fino a che l’Euro gira così in alto…approfittatene!

Effettuate uno dei Sightseeing Tours, vi daranno un’idea delle distanze reali e inoltre la guida vi fornirà un sacco di informazioni che in altro modo è difficile reperire. Noi personalmente ci siamo trovati a meraviglia con i tour proposti da questa compagnia: http://www.citysightsny.com/ percui mi sento in dovere di consigliarvela!

Come ultima cosa ricordate di godervi New York perchè da nessun'altra parte troverete una città che vi fa sentire veramente al centro del Mondo.


venerdì 1 agosto 2008

Usa 2008 - Day 15: Destination New York

Los Angeles International Airport, CA
06 luglio 2008


Lasciamo la spiaggia di Santa Monica per trascorrere l'ultima giornata sulla costa del Pacifico prima di tuffarci tra i grattacieli di New York. Come prima tappa scegliamo Beverly Hills e i suoi ampi viali alberati e i suoi giardini dipinti di verde.

In realtà molto si limita a dei semplici giri in macchina, da una via ad un'altra, fino a quando non ci si rende conto che è il caso di vedere qualcos'altro oltre a questa monotona ostentazione di benessere...da Beverly imbocchiamo il Sunset Boulevard fino ad arrivare a Hollywood. Anche qui sosta di rito per la celebre fotografia alla scritta sulla collina e per muovere qualche passo sulla famosa "Walk of Fame", il pezzo di Hollywood Boulevard con le stelle dei divi dello spettacolo.

Sullo stesso Boulevard e praticamente all'inizio della Walk of Fame si trova il famosissimo "Chinese Theater" dove
al suo ingresso possiamo trovare i calchi delle mani e dei piedi dei più famosi attori. A poche decine di metri il "Kodak Theater" dove ogni anno vengono assegnati gli Oscar del cinema.

Oramai siamo arrivati al pomeriggio e spendiamo le ultime ore agli Universal Studios...una specie di parco dei divertimenti con tema dominante il cinema. Da segnalare tra gli spettacoli più entusiasmanti quelli dedicati a "Jurassic Park", alla "Mummia", ai "Simpsons" e il giro guidato che vi fa attraversare i set di molti film famosi che hanno sbancato i botteghini.

Purtroppo l'orologio non rallenta e non ci regala altro tempo....è ora di andare all'aeroporto, sbrigare le pratiche di restituzione della Toyota Camry e di prepararci all'imbarco del volo Delta per la Grande Mela.

Lasciamo l'Ovest che tanto ci ha regalato in queste due settimane ma, poco male, domani c'è New York. NEW YORK !


martedì 22 luglio 2008

Usa 2008 - Day 14: Los Angeles

Los Angeles, CA
05 luglio 2008


Dopo aver trascorso la mattinata ancora a San Diego per le ultime compere e le ultime visite, mettiamo in marcia la nostra fedele Toyota per le strade americane: la nostra prossima e ultima destinazione è Los Angeles.

Los Angeles rappresenta anche la tappa a me meno gradita di questo viaggio. Non so perchè in realtà, forse perchè ha poco di interessante da visitare anche perchè le attrazioni più menzionate nelle guide sono il Sunset Boulevard, Walk of Fame e altro del genere...comunque siamo qui e giustamente non la evitiamo vista l'importanza che comunque ha una metropoli con più di 10 milioni di abitanti!

Per arrivarci deviamo un pò dalla Interstate in modo da seguire la costa e ammirare la bellezza dell'Orange County. Sembra tutto perfetto: i vialetti con le casettine a destra e sinistra, i prati verdi verdissimi che sembrano appena stati curati da una schiera di abilissimi giardinieri. Proseguendo verso nord, questo paesaggio idilliaco lascia il posto a quello tipico della periferia di un'immensa metropoli come Los Angeles. Grazie al navigatore satellitare non ci perdiamo tra le mille strade che si tuffano nei vari quartieri e riusciamo a raggiungere quello che è considerato il centro cittadino di L.A.: El Pueblo.
In pratica è come essere tele-trasportati a Città del Messico (guarda caso sono "gemellate" tra loro...) tanto preponderante è la presenza ispanica in quest'area; per strada le conversazioni sono in lingua spagnola...con gradimento di Luca ma non mio...ma non siamo negli Stati Uniti ???????

Entrambi piuttosto delusi dalla pochezza del centro di L.A., decidiamo di muovere verso l'oceano alla ricerca di un posto dove dormire...meta Santa Monica. Anche qui, come era facile supporre non è stato facile trovare qualcosa a buon prezzo così abbiamo fatto di nuovo i "Signori" e optato per un 3* a meno di 50 metri dalla spiaggia.

Santa Monica offre una vita molto rilassante a chi la visita; passeggiate per le vie dove la tentazione di fare shopping raggiunge livelli esponenziali oppure un giro sul Pier che dalla riva si estende fino in mezzo al mare offrendo innumerevoli alternative per la cena e per il divertimento.

sabato 19 luglio 2008

Usa 2008 - Day 13: San Diego

San Diego, CA
04 luglio 2008


In realtà questa città al confine con il Messico non era una tappa prevista ma è stata decisa "in corsa" per poter visitare il suo famoso Sea World. Decidere di visitarlo nel giorno della più importante festa americana, il venerdì di Ponte per il 4 luglio...beh, una semi-pazzia!
La coda ai gates del parco è notevole nonostante gli ingressi siano parecchi ma anche qui non possiamo far altro che ammettere l'efficienza dell'organizzazione americana: la coda scorre più velocemente di quanto speravamo e dopo un'attesa accettabile siamo dentro al Sea World; pronti a prender posto nel teatro adibito al famoso spettacolo delle orche. Lo spettacolo si chiama "Shamu" e vi assicuro che non deve essere perso se si visita il Sea World e se non volete bagnarvi scegliete i posti in alto!

Il Sea World offre innumerevoli altre attrazioni che possono impegnarvi l'intera giornata...dopo circa 5 ore decidiamo di uscire e dedicare il tempo rimanente alla visita di San Diego.
La Old Town rappresenta anche un monumento nazionale in quanto conserva l'antico nucleo di edifici che hanno dato vita all'odierna San Diego. Come è facile intuire le origini vanno ricercate nel vicino Mexico e nell'Old Town vi si trovano numerose testimonianze proprio nell'architettura degli edifici e anche nelle persone che vi lavorano nei ristoranti o nei negozietti di souvenir: tutto esalta la cultura messicana.

Come dicevo cade la ricorrenza del 4 luglio; credevo di trovare delle manifestazioni celebrative più sontuose ma in realtà il tutto si è limitato a numerosi fuochi d'artificio lungo la zona costiera e alla presenza di numerosa gente nelle strade. Niente parate a stelle & striscie come forse solo le cineprese di Hollywood ci hanno abituato a vedere.

Usa 2008 - Day 12: The long drive to the coast

San Diego, CA
03 luglio 2008


Gli auguri per il compleanno di mia madre glieli ho fatti in una giornata piuttosto pesante per noi. Fare dal Grand Canyon fino a San Diego in macchina non è proprio così easy. Per farvi capire, siamo partiti circa alle 9 del mattino dall'Arizona e appena verso le 22 abbiamo visto l'Oceano che bagna la bella San Diego in California.
Dobbiamo anche ammettere che ci sono state delle soste
lungo la strada (e guai a non farle!).

L'infinita Interstate che porta al Pacifico ripercorre per un tratto la mitica "Mother Road": la Route 66. In realtà percorrerla sull'Interstate 40 non dà alcuna impressione che quella sia proprio questa famosa e importantissima strada che univa Chicago a Los Angeles. D'altronde i ritmi di oggi non permetterebbero più dei tempi di spostamento così lunghi...Comunque per assaporarne quel che ne rimane dell'antico fascino, gli americani hanno pensato bene di mantenerne un bel tratto così com'era, con il percorso originale. Per percorrere l'originale, usciamo all'altezza di Seligman in Arizona e iniziamo ad incontrare una serie di motel, negozi e quant'altro c'era ed è rimasto della vecchia strada...ovunque insegne, bandiere, scritte di ogni tipo ma con un unico tema "ROUTE 66".

Ritornati sulla I-40, puntiamo di nuovo San Diego. Sosta obbligata all'Outlet di Barstow in California dove le nostre carte di credito escono forse con un pò troppa frequenza dal portafogli...

Raggiungiamo San Diego che è già buio e trovare un motel che ci accogliesse il giorno prima del 4 luglio è stata un'impresa.
Stanchi e con le gambe distrutte dalla lunga guida, ci concediamo una patetica cena fast-food prima di andare a dormire.

mercoledì 16 luglio 2008

Usa 2008 - Day 10 - Day 11: Grand Canyon

Grand Canyon Village, AZ
01 luglio 2008 - 02 luglio 2008


Siamo ormai arrivati al giro di boa dei nostri 20 giorni americani e ci prepariamo a lasciare la Monument Valley in direzione del Grand Canyon. Sarà anche il nostro ultimo parco e diciamo pure "chiusura alla grande" con una delle meraviglie naturali più incredibili al Mondo.

Entriamo da est e il primo impatto è quello regalatoci da Desert View. Tutti conoscono cos'è il Grand Canyon e più o meno tutti ne esaltano la sua imponenza, la sua incredibile conformazione. Il mio primo colpo d'occhio mi ha lasciato senza commenti...forse ho solo pensato "non può esistere una roba del genere, non può un fiume fare tutto questo!"...mi sembrava quasi finto, artificiale.

In realtà penso sia proprio questa sensazione di "impossibilità" che lo rende unico, forse la più bella rappresentazione della forza della natura.
Passato un pò di tempo si riesce ad ammirarlo con più criterio e a notare "l'età del Canyon". Infatti proprio osservando, dall'alto verso il basso, si distinguono le diverse colorazioni delle rocce: ognuna rappresenta una fase della formazione del Canyon.

Quando l'occhio è un pò più allenato a tutte quelle curve modellate dall'acqua, si riesce a vedere tra un'ansa e l'altra il genio creatore, l'artista di questo incredibile quadro: il Colorado River !

Da Desert View proseguiamo in direzione del Grand Canyon Village, punto nevralgico di questo parco. Una volta raggiunti i punti panoramici centrali situati lungo tutto il rim, proviamo a pensare se l'indomani è il caso o no di avventurarci giù per il Bright Angel Trail fino a Plateau Point. Percorrere il sentiero merita da solo la fatica ma ci rendiamo conto che è sicuramente più impegnativo di quanto ora siamo in grado di fare...mamma mia come siamo rammolliti!
Se non ricordo male il tragitto A/R è di 11 km che in una giornata sono assolutamente fattibili ma è l'ultimo tratto da fare in salita con notevole dislivello che ci blocca e ci fa rinunciare.

Dopo esserci sistemati nel nostro Lodge, ci gustiamo il tramonto da bordo del Canyon nella zona dove si concentra la maggior parte della vita nel Parco e come spesso accade in questo tipo di posti, alle 10 di sera le persone che si trovano in giro sono veramente poche...buonanotte.

Rinunciando saggiamente alla discesa, dedichiamo la giornata seguente alla visita degli altri punti panoramici del Canyon, questa volta verso ovest.
L'organizzazione del Canyon offre un servizio di navetta-shuttle gratuito che ferma ad ogni punto panoramico in modo da dare al visitatore assoluta libertà di scendere e risalire ovunque si voglia. La zona ovest è da molti considerata la più bella per quanto riguarda i punti d'osservazione ed è proprio per questo che rimaniamo ancora più basiti nell'apprendere che più di metà percorso è chiuso per dei rifacimenti...uno non si abitua mai alla sfortuna!
Perlomeno Hopi Point è ancora visitabile ed è qui che decidiamo di tornare alla sera per ammirare il nostro ultimo tramonto sul Grand Canyon...dev'essere sicuramente il punto migliore per scattare qualche bella foto visto l'assalto di fotografi più o meno professionali che troviamo...guadagnare una buona posizione è non poco impegnativo !

In conclusione , il Grand Canyon penso possa essere considerato di diritto una tra le più belle espressioni della natura. Però mi sento di dire che per viverlo davvero si deve programmare una discesa di uno dei vari sentieri che propone; solo così se ne capisce appieno la sua unicità e la sua maestosità. Visitarlo dal bordo, come abbiamo fatto noi, è limitante e rischia di farvi dire "è tutto uguale", al terzo punto panoramico senti la necessità di scendere giù.
Il mio modesto consiglio: programmate assolutamente una discesa, allenatevi per farla se necessario e dedicateci almeno un'intera giornata del vostro soggiorno qui. Se invece non volete/potete discenderlo, allora passateci una sola notte in modo da godere del tramonto che è davvero stupefacente. Visitate qualche punto panoramico principale in modo da immortalare il Canyon da est, centro e ovest e poi investite il tempo in qualcos'altro lungo la vostra strada...tanto l'America ha così tante cose da vedere che non avrete difficoltà nella scelta!

martedì 15 luglio 2008

Usa 2008 - Day 9: sulle tracce di John Ford...

Monument Valley, UT
30 giugno 2008


Una delle prime cose che uno pensa quando si appresta a visitare la Monument è "ma come si fa a visitarla ???".
In realtà è molto più semplice di quello che possa sembrare in quanto il percorso è quasi obbligato se si decide di fare il tutto autonomamente. La strada sterrata da seguire è in condizioni discreto/buone...sempre che non piova...quindi non ci sono problemi a percorrerla anche con una berlina come la nostra.
Aiutandoci con la solita cartina che gli indiani Navajo ci consegnano all'entrata, si possono ammirare gli enormi e caratteristici buttes o mesas che sicuramente tutti ricordiamo nei film di John Ford, ben 9 girati nella Monument Valley !
La fortuna di avere un cielo limpido crea un deciso contrasto tra l'azzurro e il rosso fuoco delle rocce. Il percorso è un pò affollato di vetture ma con pazienza si riesce a fare qualche bella foto panoramica senza spiacevoli intrusioni...

Per chi volesse avvicinarsi di più ai buttes, si possono effettuare i giri con le jeep degli indiani e percorrere con loro le strade che altrimenti sono "private roads"...ritorna il gran senso per gli affari degli indiani.

Nel tardo pomeriggio non ci resta altro che attendere il tramonto in questo posto fantastico, ma prima dobbiamo lasciare il Goulding's Lodge per spostarci nel vicino Campground...che obiettivamente non è la stessa cosa !

...e domani è la giornata del Grand Canyon...

venerdì 11 luglio 2008

Usa 2008 - Day 8: giornata piuttosto intensa !

Monument Valley, UT
29 giugno 2008


Di prima mattina, pianificando la giornata mi sono accorto di una cosa poco piacevole: stasera dovevamo dormire nella Monument Valley ma in realtà avevo prenotato dal giorno seguente !!! Penso che poche persone si siano auto-insultate come ho fatto io...vabbè poi Luca mi ha tranquillizzato dicendo che comunque siamo persone che si adattano senza problemi e che avremmo risolto la cosa senza nessun dramma particolare.
Più tranquillo ma comunque un pò nervoso per questo errore, lasciamo il motel di Page per andare a visitare il vicino Antelope Canyon: credo sia uno dei posti più fotografati negli States in quanto il filtrare della luce tra le strette rocce crea degli effetti unici, incredibili. Come un pò abbiamo capito, la fortuna non è proprio nostra alleata in questo viaggio. Il primo tour disponibile parte alle 15, cioè praticamente ora limite per avere un pò di luce all'interno del Canyon.
Vedendo partire il tour delle 13, circa una cinquantina di persone su 4 jeep, immaginiamo anche che fare una fotografia degna di nota senza avere qualcuno intrufolatosi nella foto sia una cosa molto ardua o quasi impossibile.
Bisogna dire che gli Indiani che gestiscono l'Antelope Canyon hanno un gran senso degli affari approfittando un pò dei visitatori che devono per forza accettare questo assalto di gente.

Nelle ore che abbiamo prima del nostro turno, ritorniamo poche miglia indietro per andare a vedere l'Horseshoe Bend. Vero e proprio "ferro di cavallo" disegnato nei secoli dal Colorado River; questa ansa del Colorado è impressionante quanto entusiasmante da vedere in quanto si arriva letteralmente sul ciglio del Canyon a un centinaio di metri a strapiombo sul fiume...ancora una volta la Natura ci fa capire quanto piccoli siamo e quali bellezze ci possa regalare. A dir poco imperdibile, si resta senza parole.

Con gli occhi ancora fissi su quello che abbiamo avuto la fortuna di vedere, corriamo di nuovo al punto di partenza del tour per l'Antelope Canyon. Il percorso in jeep è piuttosto divertente considerando le infinite e insensate risate delle giapponesi ogni volta in cui la jeep sballonzola sulla strada sabbiosa...
L'Antelope si rivela come ce lo aspettavamo: un posto dalle potenzialità incredibili ma un pò troppo crowded, per dirlo all'americana. Dopo una mezzora il giro è finito e ce ne torniamo sulle jeep, portandoci qualche bella foto e delle nuove insensate risate dal Sol Levante.

Ora non ci restava altro che raggiungere la Monument Valley e sperare di sistemare il discorso "stanza" nel migliore dei modi...superata Kayenta, con Luca alla guida, il mio sguardo si alternava a guardare i motel sulla strada e i primi butte della Monument. Decidiamo comunque di provare presso il Campground dove abbiamo prenotato una notte e, come immaginavamo, non hanno posto! Ci consigliano di provare presso l'annessa propagine del Campgroung che offre camere ben più quotate e con vista diretta sulla Monument Valley...ci ha dormito pure John Wayne quando interpretava i film di John Ford..figuriamoci...

Entro nella Reception e un pò timoroso chiedo se hanno camere e soprattutto i rates ...posto ce n'è e la cifra è 201 dollars tax included ...esco e riferisco a Luca, lui è un pò titubante...poi gli dico "Luca, ci ha dormito John Wayne e vuoi che non ci dormiamo noi ?!?"...l'ho convinto, anche se come prima risposta mi fa: "E chi cavolo è John Wayne?". Nooooooooo !!!!!!!!

"Ehi, n'è valsa la pena Gringo?"

"Il tramonto sulla Monument Valley in un Lodge a 5 stelle? ...Sì Gringo, ci è costato caro quel pugno di dollari ma n'è valsa la pena!"

Per chi fosse interessato il Lodge è il Goulding's Lodge, da non confondersi con l'annesso Goulding's Campground. Se ci andate, almeno una notte passatela al Lodge, non ve ne pentirete.

G'Night

Usa 2008 - Day 7: ...ce la siamo presa comoda !

Page, AZ
28 giugno 2008


Eh sì, ce la siamo proprio presa comoda !
Penso che possiamo davvero dire che la notte a Las Vegas è stata la prima in cui abbiamo fatto veramente tardi, penso erano le 3:30 del mattino...d'altronde a
San Francisco era in atto la glaciazione e i parchi sono tutto fuorchè posti dove permettano di tirar tardi !

La nostra idea era quella di raggiungere lo Zion NP nello Utah e poi di trovar da dormire a Page sul Lake Powell. Lasciamo Las Vegas poco prima di pranzo e pigiamo un pochino sull'accelleratore della nostra fedelissima Toyota per raggiungere nel primo pomeriggio il Parco. Come gli altri, anche questo di Zion è organizzato molto bene e il National Park Service americano è impeccabile: cartina alla mano ci dirigiamo verso il punto di partenza del bus-navetta che fa il giro del parco con numerose fermate dove chi vuole può scendere e approffittare di qualche sentiero o di qualche punto panoramico per esplorare questa bellezza naturalistica. Purtroppo vista l'ora un pò tarda (*) non siamo riusciti ad addentrarci per bene dentro il sentiero piu' famoso: "The Narrow" che letteralmente significa "strettoia". Infatti in questo punto il canyon si stringe talmente tanto che occorre percorrerne qualche tratto immersi nel torrente o facendo un pò di hiking.


(*) Non male dire che l'ora era tarda, no ? In realtà il pezzo per arrivare all'inizio del "The Narrow" ci aveva già stancato a sufficienza...

Era tardi davvero e infatti siamo arrivati a Page in Arizona alle 22 passate e cercare un motel che avesse posto e qualcosa di quasi commestibile da buttar giù non è stata cosa semplicissima...

Qui ho ritrovato anche un pò di supporto tecnologico per postare qualcosa sul blog...

giovedì 10 luglio 2008

Usa 2008 - Day 6: ...Death Valley & Las Vegas

Las Vegas, NV
27 giugno 2008


Sembra quasi assurdo che si possa passare dal completo nulla della Death Valley a Las Vegas, dove tutto è stato costruito dal nulla del deserto. Eppure anche questo è possib
ile in America !

La Valle della Morte è quasi spettrale; pian piano che ci si addentra al suo interno sembra di attraversare un paesaggio non terrestre, dove veramente la vita sembra impossibile. Abbiamo provato ad aprire i finestrini della nostra Toyota Camry e anche in movimento l'aria era infuocata, insopportabilmente calda. Per arrivare ai punti panoramici di questo parco ci siamo avventurati in qualche brevissima camminata e il calore era così intenso che sembrava di avere il fuoco in faccia: un'altra cosa stranissima è che comunque non si butta una goccia di sudore, zero!


Personalmente sono rimasto incredibilmente affascinato dalla Death Valley e al momento la considero la parte più bella del viaggio. I punti panoramici non sono pochi e anche se richiedono un pò di resistenza al fuoco che soffia nella valle, sono imperdibili: Sand Dunes, Zabriskie Point, Dantes View, Artist's Palette, il Lodge di Furnace Creek e Badwater dove si arriva ad essere 86 metri sotto il livello del mare e vi assicuro che faceva "leggermente" caldo...


Lasciando questo parco meraviglioso si ritorna sui classici percorsi delle Highway americane: cioè voi, la vostra auto e la strada infinitamente dritta che divide distese immense senza incontrare anima viva per molti km... ... sembra davvero infinita fino a quando ecco apparire dal nulla la Torre dello Stratosphere Hotel: primo "sintomo" di Las Vegas !!!



Ci arriviamo che è ancora giorno, stanchi e spossati dall'inferno della Valle della Morte; senza troppa fatica raggiungiamo l'MGM Hotel, reggia dorata scelta per la nostra unica notte che passeremo qui.
Appena recuperati i sensi decidiamo di scendere e percorrere, come un po' tutti, la famosissima "Strip" (alias Las Vegas Boulevard). Inutile dire che la gran parte del Boulevard lo si percorre con il naso all'insù per ammirare questo incredibile teatro messo in piedi nel bel mezzo del deserto del Nevada. Qui tutto è portato all'eccesso ed ogni hotel che si incontra sembra essere il più bello di tutti quelli precedenti, ma tanto poi arriva il successivo e si rivela migliore...su tutti la vince decisamente il Bellagio, quello famoso del film Ocean's Eleven e seguenti. La particolarità di questo hotel-Casinò è che la fontana posta nel lago antistante regala ad intervalli di tempo degli spettacoli d'acqua a ritmo di famose canzoni...da non perdere quella sotto le note di Con te partirò di Andrea Bocelli. Altro hotel degno di nota è sicuramente il Venetian, gradito omaggio all'Italia.

La cosa particolare di Las Vegas è che ovunque ci sono delle slot-machines per gli amanti del gioco d'azzardo. E non ho scritto "ovunque" a caso...per la cronaca, le mie misere puntate al Casinò Bellagio sono servite a finanziare le coreografie della loro fantastica piscina... ...non ho vinto nulla !

C'è chi la chiama La città dalle mille luci, chi Sin City, altri La città di cartone: Las Vegas è un pò tutto questo e molto altro e con i suoi aspetti positivi e negativi continua ad attirare e ad affascinare milioni di persone proprio perchè a Las Vegas tutto è possibile, magari per un giorno, magari per qualche ora ma qui tutti dicono: What happens in Vegas, stays in Vegas ...

Enjoy

Usa 2008 - Day 5: Bye-bye Yosemite...Welcome to Bodie, CA

Yosemite NP, CA
26 giugno 2008


Purtroppo salutare il parco non è stato facile. Ce lo siamo potuto godere poco e male, vuoi per le nostre indecorose capacità fisiche, vuoi per gli incendi. Questo però è un parco che ti entra nel cuore perchè ti fa capire quanto sia potente la natura; basta buttare un'occhio all'Half Dome, il monolite più grande al Mondo, per comprendere quanto forte sia la presenza della natura. Chi lo gestisce ha fatto e fa di tutto per conservarlo come è apparso la prima volta e ogni intervento umano è stato fatto in maniera da infliggere il danno minore e in modo da valorizzarne al massimo le sue bellezze.
Si potrebbero scrivere pagine e pagine per descrivere le mille opportunità esplorative che offre lo Yosemite National Park, io mi limito a dire che è un parco da visitare assolutamente per chiunque si trovi in California o comunque nelle sue vicinanze...ogni miglia percorsa per raggiungerlo verrà lautamente ricompensata da Madre Natura.



Bene, il nostro viaggio continua e diventa sempre più on-the-road. Usciamo dalla Yosemite Valley prendendo la strada panoramica che ci porta fino al Tioga Pass, uscita est del parco. Sono circa 2 ore di strade panoramiche che si insinuano tra paesaggi vari, dove si alternano laghetti e le bellissime distese di Touloume Meadows. Poco dopo le 13 attraversiamo il Tioga Pass e puntiamo la città abbandonata di Bodie, sempre in California.



Qui il caro Falco merita un'ennesimo ringraziamento perchè mi ha fatto scoprire questa cittadina che in realtà non è proprio tanto sponsorizzata turisticamente e per arrivarci si deve imboccare una strada non asfaltata. Bodie è un posto magico, magico davvero! Girare tra le vie polverose di questa ghost town ti fa sentire nel vecchio West, ai tempi della corsa all'oro, dei saloon e dei regolamenti di conti sulla via principale, davanti a gl'occhi di chi scommetteva sulla vita e la morte dei due contendenti.


Troppo bella, troppo bella Bodie !



martedì 8 luglio 2008

Usa 2008 - Day 4: ...a caccia di orsi !

Yosemite NP, CA
25 giugno 2008


Il caldo torrido che ci ha accompagnato da San Francisco a Yosemite ci ha fatto ben sperare per il clima all'interno del parco...con le bellezze naturali che regala, un clima favorevole non può che essere l'ideale per valorizzarle al meglio...pochi Km dall'ingresso del parco ecco il cartello "Take care - Fires ahead - Firefighters at work". La coltre di fumo che circondava l'ingresso a Yosemite non ci auspicava nulla di buono. Una volta arrivati al nostro Lodge, il Curry Village, siamo stati avvisati che sono ben 5 gli incendi scoppiati nel parco e nelle sue vicinanze e che il fumo non sarebbe scomparso in poco tempo.


Dopo la nebbia di San Francisco ci mancava solamente il fuoco di Yosemite. Anche qui dopo i primi momenti di maledizione alla sfortuna ci siamo "rimboccati le maniche" e preparati a passare la prima delle 2 notti nella Tend Cabin prenotata al Curry Village.

La cosa particolare di questo Lodge è che forniscono una cassetta in ferro fuori dalla tenda dove riporre ogni cosa perchè non è possibile tenersi nella tenda alcun tipo di genere alimentare o altro prodotto che possa lasciare un odore...gli orsi del parco sono molto curiosi (e affamati...) e di notte usano avvicinarsi alle tende...assurdo no ? Un orso che si intrufola in mezzo ad un ammasso di più di 60 tende...già assurdo...infatti la prima notte un orso ha divelto la cassetta esterna della tenda vicina alla nostra perchè chiusa male.



La mattina del 25 giugno decidiamo di raggiungere a piedi il Mirror Lake, un breve sentiero di qualche km in leggerissima salita. Con il cielo sereno il lago offre uno spettacolare riflesso delle montagne circostanti...già, con il cielo sereno !!! Ma a noi fa compagnia il fumo degli incendi quindi...beh...si e' capito !

Questa piccola escursione ci ha anche messo di fronte ad un'altra amara realtà: fisicamente siamo a terra, ci superavano anche dei pensionati...ma nonostante tutto decidiamo di fare qualche passo in più anche oltre al lago e, forse per ripagarci di questa enorme fatica, "qualcuno" ha voluto premiarci facendo apparire a poche decine di metri un bellissimo esemplare di orso nero! Chi soggiorna a Yosemite sembra avere la fobia di vedere l'orso, tutti ne hanno timore ma tutti lo vogliono vedere...solo pochi ne hanno la fortuna pero'...

Dopo aver constatato (amaramente) che le nostre condizioni fisico-atletiche sono così precarie, ci rendiamo conto che per il pomeriggio la scelta più opportuna è quella di affidarsi alla quattroruote e raggiungere il Glacier Point, uno dei punti panoramici migliori dello Yosemite. Già la strada per arrivarci vale le miglia da percorrere, ma è solo una volta raggiunta la destinazione che ci si rende conto di quanto possa offrire questo Parco californiano: il Glacier Point è posizionato in un punto dal quale si ha una vista aperta su quasi tutta la valle, in particolar modo su l'Half Dome e sulle Vernal e Nevada Falls...panorama impagabile. Io, Luca, tanta gente e gli incendi.

Ritornando al Curry Village ecco il nostro secondo ed enorme orso che, quasi sul bordo della strada, sgretola un tronco...con la speranza che non venga a bussare alla nostra tenda, archiviamo un'altra giornata americana.

lunedì 30 giugno 2008

Usa 2008 - Day 3: Leaving San Francisco


San Francisco, CA

24 giugno 2008


E' già il secondo anno consecutivo che mi capita di festeggiare il compleanno lontano dalla mia città natale, già, proprio il 24 giugno...

Oggi ci sposteremo verso il parco di Yosemite, il primo dei vari parchi che visiteremo in questo nostro giro in Usa. Però ci restano ancora delle cose da vedere qui a S.F., il tempo sembra migliorare un pò quindi approfittiamo per vederla dall'alto della Coit Tower, punto panoramico privilegiato proprio in centro città.


Proviamo a sfidare anche la costante nebbia che attornia la baia e saliamo fino al belvedere di Twin Peaks ma da qui abbiamo meno fortuna perchè vince ancora lei: la nebbia...pazienza. San Francisco ci è piaciuta veramente tanto, i suoi sali-scendi continui, la cable-car, Market Street e la Lombard e per non parlare del Golden Gate...

Un fatto sorprendente, ancor più per noi italiani, è l'incredibile pulizia che si nota nelle strade e la correttezza alla guida...forse non abbiamo udito nemmeno un clacson! come in Italia, no ?


San Francisco è una città bella, bellissima. Sembra che tutti o almeno la maggior parte dei suoi abitanti vivano bene, non si nota quasi mai un cantiere o una casa in cattivo stato e sono una più bella dell'altra...soprattutto man mano che ci si sposta verso il Golden Gate. Se dovessimo darle un voto meriterebbe un 10 ma le daremo un 8...un punto tolto per il clima e uno perchè... ... perchè non ci viviamo!

domenica 29 giugno 2008

Usa 2008 - Day 2: San Francisco

San Francisco, CA
23/06/2008


Il nostro impatto con S.Francisco è stato piuttosto frenetico...arrivo in nottata, il giorno seguente breve giro mattutino in centro lungo Market Street e poi via di corsa alla gara della Nascar.
Oggi finalmente siamo riusciti a dedicarle tutta l'attenzione che merita....se solo il clima ci avesse aiutato! Chi lo avrebbe detto che incontravamo vento forte e cielo perennemente cupo con nebbia fitta ??? Passi la nebbia tipica della baia ma il resto non ci voleva.


Comunque non ci siamo sottratti ai soliti posti tipici di chi visita questa città: il Fisherman's Wharf su tutti con i suoi negozi di souvenir e i suoi mille posti di "ristoro" ci e' apparso come il vero centro nevralgico per chi visita la città, sarà anche perchè è il punto di partenza per visitare una delle attrazioni principali, l'ex prigione di Alcatraz ! ...ed ecco arrivare la prima grande (per me grandissima) delusione. Tutti i tour prenotati fino alla fine della settimana...non ci credevo anche se poi mi rammarico di non averci pensato per tempo a prenotare anch'io da casa. Mea culpa.


Ci siamo accontentati di un breve ma comunque carino giro in barca in modo da prendere confidenza con la baia di Frisco...come viene comunemente chiamata qui.


Where is the technology ???

Page, AZ
28 giugno 2008


Come penso si sia chiaramente capito, non mi è affatto semplice tenere aggiornato il blog day-by-day. In realtà credevo di trovare meno difficoltà viaggiando in America, Paese che consideravo molto più avanti nel rendere la tecnologia accessibile al pubblico.
Purtroppo nemmeno io sono attrezzato nel migliore dei modi e solo ora capisco il perchè il mio amico Pizzu mi avvertiva dell'utilità di un portatile...l'allievo dovrebbe sempre ascoltare il maestro !!!

Gli stessi internet-point sono ben diffusi nelle città, ma nei parchi (che occupano la gran parte delle prime 2 settimane di viaggio...) non c'è nulla da fare. Comunque quasi nessuno accetta il collegamento di apparecchi come la fotocamera per postare le foto.

Bene, detto questo, cercherò di aggiornarlo per quanto possibile e le fotografie, pazienza, le integrerò nei post quando ne avrò possibilità.

martedì 24 giugno 2008

Usa 2008 - Day 1: Toyota/Save Mart - Nextel Cup

Sonoma, CA
22 giugno 2008


E' incredibile la fortuna che ho avuto quando qualche mese fa ho scoperto quasi per caso che a pochi km da S.Francisco e proprio nei giorni in cui siamo qui, si svolgesse una gara della formula Nascar/Nextel Cup. Essendo io un appassionato di queste gare automobilistiche, non ho esitato ad acquistare i due biglietti per me e per Luca. Turn nr.9, la migliore, 70% di circuito visibile...il prezzo ??? Lasciamo stare...ma neanche tanto confronto alla nostra più noiosa F.1....
Inizio previsto ore 14 e per fortuna a Sonoma, a nord della baia di S.Francisco, non imperversa il vento e quella nebbia caratteristica ma "scomoda" che invece ci fa costante compagnia in città.
Anzi, la temperatura e' piacevole, Sole e una leggera brezza, e nonostante un'organizzazione in puro stile americano (cioè perfetta!), arriviamo in leggero ritardo a sederci ai nostri posti...niente di tale, abbiamo perso 3 giri e la partenza che in queste gare è "lanciata" quindi poco spettacolare.


Da appassionato dico che e' stata un'esperienza bellissima, sentire quei 47 motori urlare tutta la loro potenza su un circuito di poco più di 2 miglia, le toccate e le nuvole di pol
vere, le ripartenze frenetiche dopo la pace-car...beh fantastico !
Per Luca invece una semi-tortura ma da amico ha sopportato e alla fine ha ammesso che non era poi cosi' male...
Per la cronaca ha vinto il nr.18 Kyle Busch...partito dalla 30esima posizione...mentre chi è partito in Pole è arrivato 33esimo. Proprio come in Formula 1, no ?!?


Al nostro ritorno in quel di San Francisco, abbiamo una piacevole sorpresa: la nebbia non c'è più ! O almeno la gran parte di essa... ... eccone la prova:


Usa 2008 - Day Zero:...so the story began...

San Francisco, CA
21 giugno 2008

Cosi' finalmente e' arrivato il giorno della partenza...

Anche se il volo non e' stato uno dei piu' confortevoli siamo arrivati a New York e nemmeno il tempo di renderci conto di essere finalmente sul territorio americano che viene annunciata la nostra coincidenza per San Francisco. L'avventura inizia nel vero senso della parola solamente quando atterriamo sulla costa Ovest dove per noi sono gia' le 5 di mattina ora italica...

Intanto una piacevole sorpresa: presso l'autonoleggio non c'era piu' disponibile la nostra auto, quindi eccoci a giro per l'America con una vettura di 2 categorie superiori...allo stesso prezzo ovviamente.

Il tempo di una sana doccia e poi dritti a letto per cercare di assorbire il fuso orario.


P.S.#1: un grazie particolare ai miei amici Michael e Pizzu per la loro insistenza nel farmi acquistare il TomTom...non avete idea di quanto vi ringrazio! Guai se non lo avessi preso.

P.S.#2: quanto e' dura aggiornare il blog senza un portatile...meno male che il gestore del Bay-Bridge Inn di San Francisco mi lascia usare il suo dietro la scrivania della Reception...mitico!
Spero solo che nel proseguio abbia le stesse possibilita' altrimenti si fa dura...

domenica 15 giugno 2008

Presentazione viaggio: USA 2008

Eccomi qua. -5 giorni alla partenza.

Per prima cosa mi sento di dover fare un ringraziamento particolare. Voglio ringraziare il mio amico, nonchè collega, Massimo D. per l'aiuto fondamentale che mi ha dato nello stendere questo viaggio.
E' molto probabile che senza la sua esperienza e il suo amore per gli States mi sarei trovato di fronte a molte più difficoltà nel pianificare il tutto...GRAZIE FALCO !

Quindi...sabato 21 giugno 2008 alle ore 10:30 il volo American Airlines porterà me e il mio migliore amico Luca direttamente negli States e più precisamente al JFK Int'l Airport di New York !
La Grande Mela rappresenterà per noi solo una tappa intermedia, lo scalo per arrivare alla nostra prima tappa americana: San Francisco, California !...solo dopo una sosta di un paio di giorni in questa città, ci metteremo in macchina a zonzo per l'Ovest americano.
Ecco brevemente le nostre tappe:
S.Francisco - Yosemite NP - Città abbandonata di Bodie - Death Valley - Las Vegas - Zion NP - Page e Lake Powell - Antelope Canyon - Monument Valley e per finire il maestoso Grand Canyon. Una volta salutato il simbolo dell'Arizona punteremo di nuovo Las Vegas e poi giù sino alla Città degli Angeli...Los Angeles. Anche qui qualche giorno per rilassarci e fare i finti ricchi per le vie più chic di Beverly Hills e Hollywood e poi via verso New York ! Questa volta non solo come scalo aeroportuale, bensì come sosta: finale con il botto, una settimana intera a girare per le strade e a scoprire i palazzi di Manhattan e perchè no a far finta di essere newyorkesi per qualche giorno...

L'adrenalina comincia a salire ma non si può, non c'è tempo, c'è ancora da scegliere cosa mettere in valigia e bisogna far presto...presto perchè SABATO SI VA IN AMERICA !!!